Gli spiriti custodi del Simposio di Erto
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Il Simposio di scultura di Erto e Casso quest’anno sprigiona tutta l’energia del legno e dell’arte per ravvivare l’appello alla continuità di vita dopo la catastrofe del Vajont e per lanciare un messaggio di positività di fronte ai danni lasciati anche nella vallata ertana dal passaggio di Vaia l’ottobre scorso. Il Simposio si svolge l’11, 12 e 13 ottobre 2019, tre giorni in cui il lavoro degli artisti sarà dedicato ai piòvec, figure che incanalano la forza del gesto artistico e dei tronchi recuperati dopo la tempesta, protagonisti assieme agli scultori dell’ormai immancabile incontro fra arte, cultura e musica nel borgo friulano.  Il tredicesimo Simposio di scultura su legno di Erto e Casso – organizzato dall’Ecomuseo Vajont in collaborazione con il Comune e il Parco Naturale Dolomiti Friulane – prende il via l’11, 12 e 13 ottobre 2019, dopo le doverose commemorazioni della sciagura del 9 ottobre 1963. Quest’anno ricorre un altro anniversario, il passaggio di Vaia, la devastante bufera che nell’ottobre del 2018 ha distrutto e sconvolto numerosi boschi, valli e paesi del Nordest. Anche la Val Zemola e il paese di Erto sono stati colpiti e l’edizione numero tredici del Simposio vuole ripartire proprio dai luoghi danneggiati per lanciare un invito alla resilienza di spazi e persone. A simbolo di questo pensiero benaugurante quest’anno sono posti i piòvec, personaggi mistici intagliati nel legno, ispirati ai concetti di totem e di genius loci, che richiamano nel nome un’antica interiezione ertana usata nelle emergenze: per affrontare un incendio, una frana o i pesanti cumuli di neve che intasavano le strade, le campane del paese un tempo “suonavano a piòvec” per radunare la popolazione a fronteggiare i disastri. I nostri piòvec vogliono essere campanelle metaforiche che raccolgono intorno a sé, oggi, la capacità di resistere e custodire. Il compito di realizzare nuovi piòvec viene affidato ai quattordici scultori Mario Boccolini, Italo De Gol, Damiano Di Tullio, Mauro Ferrari, Matteo Gandini, Sisto Lombardo, Giar Lunghi, Mariella Martinelli, Lorenzo Montagni, Marco Motetta Anselmo, Fabio Natale, Luka Radojević, Andrea Rimondo ed Enver Rovere – che per tre giorni lavoreranno in via 9 ottobre 1963 proprio i tronchi di abete sradicati dalla tormenta, che prenderanno così una nuova linfa e una nuova direzione. L’inizio è previsto per la mattina di venerdì 11 ottobre, gli scalpelli riecheggeranno fino a sera ma il Simposio non si ferma: venerdì alle 20.30 si tiene anche UnErto inCanto, la maratona di lettura che quest’anno è dedicata a “totem, spiriti custodi e maestri tra le righe”, un tema legato all’idea centrale del Simposio, il quale chiede ai lettori che vogliano partecipare di trovare la propria guida personale fra le pagine dei libri e di condividerla con gli altri. Il sito scelto per la maratona è la Sala Consiliare del Comune di Erto, scelto come emblema di resistenza, dal momento che Vaia ha totalmente divelto il tetto della sede municipale al suo passaggio. Sabato 12 ottobre è la volta della serata culturale, alle 20.30 presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, che vede la presenza del musicista Stefano Principini e il suo “Percorso ancestrale dello scultore delle note”, un intervento musicale con strumenti della tradizione antica e medievale, pervaso di spiritualità e ricco di fascino contemplativo. Domenica 13 ottobre il Simposio si avvia alla conclusione e la via 9 ottobre ospiterà, assieme agli artisti, anche la Fiera d’autunno, rassegna dei prodotti autunnali promossa dall’associazione Insieme par Cas, all’interno della quale non mancherà la buona musica di Geni. Alle 16.00, come è ormai consuetudine, gli artisti presenteranno i loro piòvec al pubblico, prima di lasciarli in dono a Erto: le opere saranno poste lungo la via 9 ottobre in segno di buon auspicio e speranza. I piovèc, spiriti custodi che osservano gli uomini e vegliano silenziosi su case e foreste.