La magia del legno che ridiventa carbone
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La carbonaia, al pojàt, è stata costruita – sarebbe meglio dire ricostruita – in un antico spiazzo che accoglie la sua struttura conica fatta di strati di legna, foglie e terra. È stata accesa in un pomeriggio di sole che inaspettatamente è diventato uno di quegli acquazzoni estivi che sorprende e rinfresca la Val Mesàth ed ora aspetta, calda e quieta, di compiere la sua millenaria magia: la magia del pojàt. Passeranno diversi giorni e svariate notti durante i quali la carbonaia sarà tenuta costantemente sotto controllo per assicurarsi che funzioni, mangi, respiri con regolarità, produca appunto quella magia che, lo sapevano bene gli antichi carbonai che lavoravano in queste terre, trasforma, letteralmente, il legno in carbone e verrà conservato nel cuore della carbonaia fino alla sua apertura. Si deve lasciar trascorrere il tempo necessario, non bisogna avere fretta affinché la carbonaia riveli il suo tesoro, nato da una sapienza e da un ingegno tutti umani, ma ancora rispettosi del bosco, dei suoi tempi e della sua armonia. Questo incanto rivive a Erto seguendo la lentezza di ritmi e saperi dimenticati, o quasi. Quasi, perché ci sono ancora persone che, senza pensare troppo al passare fulmineo del tempo, riescono a catturarlo dentro a momenti che paiono non esistere più, come la costruzione, l’accensione e la cura di una carbonaia realizzata ripetendo  gesti solenni rimasti immutati. Finché ci sarà qualcuno che vorrà assistere a questa meraviglia, che vorrà proteggere il ricordo di questi luoghi attraverso le antiche attività che hanno ospitato e garantito per secoli, la carbonaia potrà ripetere il suo prodigio davanti agli occhi di chi crede ancora che riappropriarsi di un tempo autentico e vivere accanto ad una natura amica possa essere ancora possibile.